Man hu?

DICIOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

DSCN2609«Man hu?». Così risuonò la domanda che gli Israeliti si fecero l’un l’altro nel deserto davanti a quella «cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra», quella cosa che era spuntata come un manto di rugiada. «Man hu?», cioè «Che cos’è?». E non avendo una risposta, quella cosa si chiamerà proprio come la domanda: «man hu», manna. È il dono di un cibo dall’alto dato ad un popolo mormoratore e brontolone, che non sapeva ancora apprezzare la libertà anche se a stomaco vuoto e desiderava piuttosto la vecchia schiavitù ma almeno «presso la pentola della carne». Come ci assomiglia questo popolo amato da Dio, sempre pronto a lamentarsi perché le cose non vanno come vorrebbe: è il risorgente luogo comune del «si stava meglio quando si stava peggio». È un popolo che si fida solo delle proprie percezioni immediate e non ce la fa proprio a credere nelle guide che il Signore ha dato, Mosè e Aronne, e anzi mormora anche contro Dio.

Dio intende le mormorazioni e fa i suoi regali quotidiani, la carne ogni sera e il pane ogni mattino. La memoria della manna resterà indelebilmente nella mente degli Israeliti, come un segno grande. Tanto è vero che la folla che insegue Gesù, quando lo trova, gli ricorda questo segno prolungato avvenuto nel deserto. Quasi a protestare perché Gesù si è sottratto alla folla subito dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Sì, aveva dato da mangiare a cinquemila persone, ma una volta soltanto, mentre nel deserto il miracolo della manna era durato quarant’anni! La folla voleva di più, voleva un Gesù completamente malleabile e plasmabile alle proprie esigenze, ma Gesù lascia intendere che egli dà un cibo diverso da quei pani moltiplicati, «il cibo che rimane per la vita eterna», anzi egli è nella sua stessa persona «il pane della vita».

Insomma, la folla che insegue Gesù si trova di fronte, come già il popolo nel deserto, ad un pane diverso, disceso dal cielo e non uscito dal forno, ed è nuovamente costretto a domandarsi «Man hu?», «che cos’è?». La domanda fondamentale di fronte a Gesù resta questa: chi è veramente questo Gesù? È qualcuno che posso plasmare a mio piacimento, o è qualcuno che domanda a me un cambiamento di vita? La gente che incalza Gesù è disposta a fare qualcosa di concreto pur di comprendere le esigenze di Gesù: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». È una domanda fondamentale, a cui segue una risposta limpida e chiara: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». L’opera da compiere è la fede, la fiducia in Dio e nel suo progetto di salvezza. Anche la fede potrebbe portare il nome della domanda, perché essa non è affatto una macchinetta che distribuisce risposte, ma è una domanda perennemente aperta su Dio, una domanda che confida che la risposta sia Dio stesso e il Pane di vita che egli ha mandato e ha lasciato in mezzo a noi, come segno povero, fragile, ben diverso dalla pentola di carne sempre sul fuoco, dalla bacchetta magica che esaudisce i nostri desideri. Sì, anche la fede è «man hu», una manna prolungata, stesa ogni mattina sulla nostra giornata che inizia, come un dono di Provvidenza che precede ogni nostra azione, ma che domanda un’accoglienza fiduciosa. Perché il Signore non esaudisce i nostri desideri, ma mantiene sempre le sue promesse!

Si racconta che un monaco egiziano che viveva nel deserto seppe che in città stava un santo che operava miracoli e che, con la sua preghiera, risuscitava i morti. Eccitato da questa notizia, decise che voleva andare a vederlo. Un monaco siriano di passaggio, sorridendo disse: «Che strane abitudini avete da queste parti: chiamate “santo” chi piega Dio a fare la propria volontà. Da noi invece, chiamiamo “santo” chi piega la propria volontà a quella di Dio».

Forse è proprio questa l’opera che Gesù chiedeva alla folla che lo inseguiva per ben altro motivo. Voleva piegarlo ad essere il proprio «panettiere» di fiducia. Gesù, invece, vuole essere lui il Pane in cui riporre la nostra fiducia: chi viene a lui non avrà fame e chi crede in lui non avrà sete, mai!

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