Terza Domenica di Avvento. Rallegratevi!

La terza domenica di Avvento inizia con una antifona che le dà il nome. Sono le parole di Paolo ai Filippesi: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino». È la domenica «Gaudete», la domenica della gioia. Non è un invito banale quello che ci viene rivolto oggi. È vero, i mirabilanti gingilli dell’industria del divertimento abbondano sulle bancarelle di un mercato aperto a tutte le ore, ma la vera gioia è merce rara. Abbiamo bisogno di rallegrarci, perché tutti i surrogati della gioia che ci vengono venduti – spesso a caro prezzo quasi fossero pezzi unici e irrinunciabili – hanno prodotto solo una grande noia. Abbiamo bisogno di rallegrarci, ma la gioia ha la sua strada impegnativa da percorrere.

Intanto la Parola di Dio ci indica chiaramente il motivo del rallegrarsi: «nel Signore», perché «il Signore è vicino». Se vogliamo rallegrarci, ci vuole il coraggio di rimettere il Signore al centro della vita, di avvertirne la vicinanza, la presenza. Concretamente vuol dire che dobbiamo dedicare a Lui spazi delle nostre giornate, lasciandoci penetrare dalla sua consolazione. Se non sappiamo interrompere le nostre frenetiche giornate con pause importanti di preghiera e riflessione, ci sfuggirà la gioia cristiana e, con essa, anche il senso della nostra stessa vita. Ci sembra che sia tempo sprecato pregare e magari pregare insieme, ci sembra che sia un lusso aggiungere una Messa durante la settimana nei giorni feriali, ci pare di avere cose più importanti da fare, e così quell’invito a rallegrarsi nel Signore viene sepolto dentro le nostre fitte agende o nella frenesia dei preparativi per le feste, e la sera si arriva stanchi, insoddisfatti e magari anche un po’ annoiati e tristi. Per forza: al «perché» del vivere non abbiamo dedicato neanche un minuto, tutti presi dal «come», dal «quando», dal «dove». Rimettiamo al centro il motivo della nostra gioia, il Signore. Davanti a noi ci sono i giorni della Novena di Natale, preziosi per fare questo sano esercizio.

I consigli concreti non mancano. Il profeta Isaia ce ne dà uno: «Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti». Non è un invito – banale anche se salutare – a fare movimento fisico. C’è una ginnastica della vita che non riguarda solo il corpo, e che è anche più importante. La fiacchezza delle mani è la malattia di chi sta sempre a guardare e non vuole mettere le mani in pasta. Le ginocchia vacillanti sono quelle di chi ha paura a prendere posizione perché pensa solo a se stesso e vuole ottenere il plauso da tutti. La gioia nasce solo dal rischiare la propria vita dentro una rete di relazioni, di incontri, di responsabilità. Questa rete va irrobustita e resa salda, se si vuole sperimentare la vera gioia.

L’apostolo Giacomo ha anche lui due consigli preziosi da darci. Il primo è questo: «Siate costanti». E l’esempio da cui imparare è quello dell’agricoltore, che aspetta i tempi della germinazione e della fruttificazione del seme gettato nel terreno. Ora, una delle cifre che caratterizza l’uomo di oggi è proprio l’incostanza: si vorrebbero ottenere risultati subito e, siccome non si sa aspettare, ci si lascia prendere dallo sconforto e si abbandonano i propositi ed i progetti. Nelle cose della vita, invece, ci vuole pazienza e anche un po’ di calma, e bisogna concimare i semi con la costanza e la tenacia. La gioia vera non è mai frutto della improvvisazione e della fretta, non è un piacere passeggero e istantaneo, ma nasce dall’attesa operosa che rinfranca i cuori. Si direbbe che la gioia non sta nel godere dei frutti, ma nella costanza di aspettarli. È così per le gioie vere della vita: sono spesso gioie del cammino e non del traguardo. Il secondo consiglio dell’apostolo Giacomo è questo: «Non lamentatevi gli uni degli altri». La lamentela è un’altra cifra dell’uomo contemporaneo: si direbbe che più progredisce e più si lamenta. Giacomo invita a non lamentarsi delle persone che ci vivono accanto, a non giudicarle secondo i nostri criteri ma ad accoglierle come vere e proprie occasioni che Dio ha posto sulla nostra strada per la nostra crescita. Il Signore, fonte della nostra gioia, ci viene incontro attraverso di loro e, se ci lamentiamo continuamente, perdiamo di vista non solo i fratelli, ma il Signore stesso che viene.

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