Un amore instancabile e “fastidioso”

Vedi il video con la meditazione di don Agostino cliccando qui

(Foto AC) Capri: i Faraglioni.

Sappiamo che Dio ama nascondersi nei personaggi delle parabole di Gesù. Saremmo disposti a giurare che lui in questa parabola non c’è. E sbagliamo. Il giudice insensibile, scorbutico e ateo rappresenta Dio.

Ovvio, è Dio come noi lo intendiamo. Ed è capitato a tutti, almeno una volta, di aver pensato a Dio come uno che non ascolta le nostre preghiere, che forse si è distratto, che resta chiuso nel suo ufficio celeste a prendere decisioni più importanti. Alla fine, però, il giudice disonesto esaudisce la vedova. Perché? Perché «mi dà tanto fastidio», così dice. La preghiera, allora, è importunare Dio, è dargli fastidio? Sembra di sì, e la povera vedova sa farlo in modo convincente.

Non è così, però: Dio – il Padre di Gesù – non è un giudice disonesto. Il linguaggio parabolico nasconde quella che è la vera identità di questo personaggio. Vi darò allora un’altra immagine di Dio e sono sicuro che anche questa non vi convincerà del tutto. Ascoltate: Dio ama essere desiderato. La preghiera, allora, è desiderare Dio con il nostro amore, al punto di spingerlo a ristabilire la giustizia nel mondo. Questo vi piace sicuramente. Ma forse pensate alla giustizia delle leggi e dei tribunali. No, la parola che sta al centro della parabola – giustizia – nel suo significato evangelico è un’altra cosa: è il compimento perfetto della storia, è quando l’amore va al potere, è «quando verrà il Figlio dell’uomo».

E il brano si chiude con una domanda che Gesù fa ma a cui non dà una risposta: «Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?». È come se Gesù dicesse: «Quando verrò, troverò l’amore sulla terra? Troverò chi mi ama? Chi desidera incontrarmi?». Insomma, troverà uomini e donne il cui amore è insistente come il desiderio di giustizia che anima la vedova della parabola? Perché Dio ama essere desiderato, come il giudice della parabola non ne può più d’essere importunato. Se dovessimo dirlo in un modo paradossale: il nostro amare è tale da essere “fastidioso”, insistente, instancabile, inesauribile, sino alla fine, sino a quando Lui verrà e la felicità del mondo si compirà?

2 thoughts on “Un amore instancabile e “fastidioso”

  1. Un amore instancabile e “fastidioso”. Scrive Don Agostino: “il nostro amare è tale da essere fastidioso, insistente, instancabile, inesauribile, sino alla fine, sino a quando Lui verrà e la felicità del mondo si compirà?”. Forse non del tutto; allora impariamo dalla povera vedova della parabola. Tino

  2. Io penso che sia bello per noi, ” saziante”, stare vicino a Gesù. Non è necessario che noi percepiamo la sua attenzione, basta sapere che c’è è che nulla può impedirci di stare con lui. Basta toccare a punta di dita un lembo del mantello. La sua presenza è come l’aria per il nostro respiro, sole per illuminarci e scaldarci. La consapevolezza del nostro essergli vicini è penso il modo di sentirci costantemente in preghiera.

    Succede lo stesso per le persone amate: anche l’assenza diviene, nell’effetto, costante presenza.

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