La pace come la dà Gesù

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(Foto AC)

Parole intense quelle che Gesù pronuncia nell’ultima cena. C’è come una circolarità di tre parole che ritornano e si arricchiscono a vicenda: amore, obbedienza, pace. L’amore – lo abbiamo visto domenica scorsa – è il segno di riconoscimento dei discepoli di Gesù.

Amarsi vicendevolmente, e amare Gesù. Io amo Gesù se osservo la sua parola, altrimenti il mio è un amore di superficie, un amore che resta sulle labbra ma che non invade il cuore, che non alluviona la vita. Cioè, l’amore per Gesù non è un fiume che s’affretta al mare dentro gli argini, è un fiume che irrompe nella campagna e tra le case. Capisco che la mia immagine è drammatica, quando questo accade. Ma l’immagine dell’alluvione dice che l’amore per Gesù deve straripare dalla bocca alla vita. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola»: l’amore nel profondo è obbedienza.

La nostra mentalità è lontana da questo connubio: noi pensiamo l’amore come un movimento di totale libertà che non è regolato da alcuna osservanza. Pensiamo così, ma poi la nostra esperienza di amore ci dice il contrario e si avvicina molto alla percezione di Gesù. Se siamo onesti dobbiamo riconoscere che l’amore concreto è tessuto di obbedienza: marito e moglie sono chiamati ad obbedirsi a vicenda se vogliono che l’amore tra di loro sia stabile, e così è in famiglia (e forse anche nei gruppi e in parrocchia): solo percorrendo insieme la via dell’obbedienza, è garantita la vera libertà di ciascuno.

L’amore per Gesù nell’osservanza della sua parola è la pace che egli dona. «Vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi». Si direbbe che la pace è un dono divino: un recipiente da riempire con la nostra vita, un tessuto il cui filo è l’obbedienza reciproca. La parola pace risuona in queste settimane come un desiderio, un auspicio, un percorso faticoso di diplomazia. Forse s’arriverà alla cessazione delle guerre, ma se sotto la cenere continuerà a covare l’odio, la pace rimarrà lontana. La pace non sta in fondo, quando noi avremo risolto tutti i problemi. La pace è la rassicurazione che non siamo soli ad affrontare i nostri problemi, anche se non li abbiamo risolti.

3 thoughts on “La pace come la dà Gesù

  1. 3 parole legate, che procedono insieme.

    L’amore è anche obbedienza, intesa come adesione ai desideri, ai bisogni dell’ altro. Spesso l’ obbedienza è persino preveniente, cioè comprensione di ciò che è bene per l’ altro.

    Senza amore e senza disposizione al benessere altrui non c’è pace. E pace non è solo assenza di guerre, di dissidi ma intima e profonda armonia con noi stessi, con le persone, col creato. Shalom

  2. Obbedire (ob-audire) significa ascoltare stando in piedi, dinanzi all’altro. Non è come ritiene l’individualismo contemporaneo, che sta penetrando anche nelle nostre Comunità, sinonimo di perdita di libertà e di dignità, ma è l’acquisizione progressiva di una vera libertà e di un’autentica dignità. Ascoltare stando in piedi, dinanzi all’altro, è propedeutico per comprendere ciò che è davvero bene per l’ altro. Tino

  3. Brava Anna, senza amore e senza disposizione al bene dell’altro non c’è pace. Pace non è solo assenza di guerre, che purtroppo ci saranno ancora, ma profonda armonia con noi stessi, con gli altri, col creato seguendo l’insegnamento di Gesù. Tino

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