Il bicchiere e la brocca

Lago del Sidelen (Foto AC)

Il discorso del pane è terminato. Un discorso ardito, pieno di paradossi, portatore di una novità inaspettata. «Questa parola è dura!», dicono molti che pure hanno ascoltato Gesù. E tornano indietro. Si direbbe il gesto di chi, siccome non ha capito e non intravede alcun futuro lungo la nuova strada intrapresa, si rifugia nel suo passato comodo e rassicurante. Tornare indietro spesso è una decisione saggia, che ci salva la vita: penso a quando, arrivati sotto la vetta tanto agognata, dopo un lungo cammino magari su un ripido ghiaione, è necessario tornare indietro perché le mutate condizioni del tempo rendono rischioso il proseguire. Rinunciare talvolta è l’unico modo che ci resta per tenere ancora vivo il desiderio.

Ma qui il tornare indietro di molti discepoli ha un’altra origine: si direbbe il frutto di un calcolo intellettuale. Non ho capito. Ho tirato la riga e il risultato è con il segno meno. I conti non tornano, insomma, e si torna indietro. Quando riduciamo la vita ad un capire, succede spesso che finiamo alla sbarra del non capire e non si può proseguire oltre.

Pensiamo ad un bicchiere. Il suo scopo è ricevere, capire, infatti si dice che è capiente. Immaginiamo che l’acqua sia finita quasi tutta fuori dal bicchiere, sul tavolo, e che solo poche gocce siano entrate nel bicchiere. Se la vita è riempire il bicchiere – se la vita è capire – allora il bicchiere quasi vuoto ne decreta il fallimento. Ma la vita non si misura mai con il centimetro, ed è sempre pericoloso tirare le righe.

Guardiamo Pietro. Egli non torna indietro, insieme a pochi altri, i Dodici. Hanno forse capito? No, affatto. Il bicchiere di Pietro non è certo traboccante, anzi è quasi vuoto. Ma egli non se ne cura, non lo guarda, non lo misura. Egli vede la sua vita tutta in relazione con Gesù e pensa se stesso non come un bicchiere vuoto ma come un bicchiere che deve essere riempito. Per questo l’unica cosa che gli preme è tenersi vicina la brocca colma d’acqua inesauribile di Gesù – è questa che egli chiama «vita eterna». Il discepolo che torna indietro non è solo un bicchiere vuoto, ma si allontana dalla brocca che può riempirlo.

2 thoughts on “Il bicchiere e la brocca

  1. Il bicchiere e la brocca. Noi piccoli uomini siamo come dei bicchieri che devono essere riempiti. Ma da chi? Da lui, da Gesù. Teniamoci quindi vicina la sua brocca, colma d’acqua inesauribile. Scrive Don Agostino: “Il discepolo che torna indietro non è solo un bicchiere vuoto, ma si allontana dalla brocca che può riempirlo.” Non rischiamo di allontanarci da Gesù…Tino

  2. Bicchieri da riempire. Vita da riempire: ci si affanna tanto a ” riempire le giornate” , timorosi di un vuoto che ci riconduce alle nostre povertà. Il tempo vuoto pare tempo sprecato, invece può essere tempo d’attesa proprio partendo dai nostri desideri più profondi a cui spesso non sappiamo dare nome. Il nome c’è, e nel nome c’è una Persona ( Gesù) che a sua volta altro non desidera che piantare la tenda nella nostra vita.

Scrivi una risposta a Anonimo Cancella risposta