Di ritorno da Emmaus…

(Foto AC)

Sembra quasi che anche il Risorto abbia percorso a ritroso gli undici chilometri tra Emmaus e Gerusalemme insieme ai due discepoli. Sicuramente abitava i loro cuori ardenti.

Raccontarono agli apostoli quello che era successo lungo la via e il pieno riconoscimento avvenuto nel gesto di spezzare il pane. Ed il loro racconto innescò una discussione attorno alla notizia della risurrezione. Ecco che «Gesù in persona stette in mezzo a loro». Un conto è sentirselo raccontare, un conto è vederlo.

Eppure i verbi usati dall’evangelista Luca dicono spavento e perplessità. Perché «credevano di vedere un fantasma». C’è sempre chi cerca di spiegare le apparizioni del Risorto come una allucinazione collettiva indotta dalla tristezza. I primi a pensare così si direbbe che siano stati proprio gli apostoli che dubitarono che Gesù in persona stesse in mezzo a loro. Non credono nemmeno quando la paura lascia il posto alla gioia. Gesù si impegna a mostrare che non è un fantasma, possono vedere e toccare mani e piedi che portano il segno della crocifissione, chiede persino qualcosa da mangiare, e lo dice chiaro e tondo: «Un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho».

Il Risorto così traccia una linea di demarcazione tra due modi di intendere il cristianesimo. Se il Risorto fosse un fantasma, tutta la vicenda cristiana si ridurrebbe alla dottrina predicata da un uomo buono che però è finito male e di cui i suoi discepoli hanno fatto sopravvivere il messaggio. Se così fosse, anche il nostro radunarci qui sarebbe poco più che un rituale di commemorazione, a cui del resto parecchi cristiani hanno già rinunciato. Ma il Risorto non è un fantasma, è il Vivente che continua a rendersi presente in mezzo ai suoi, e testimoniarne la risurrezione significa essere noi il suo corpo, in carne ed ossa, con un coinvolgimento pieno della nostra umanità nelle vicende della storia, con un amore che non è un manifesto ideale o un vago sentimentalismo ma è azione che sa incarnarsi nella umile concretezza del quotidiano. Ecco perché la Messa che stiamo celebrando non è solo un rito, ma è la memoria che rende presente il corpo del Risorto.

2 thoughts on “Di ritorno da Emmaus…

  1. la messa non è un semplice rito, ma è la memoria che fa presente il corpo del Risorto. Da qui deve derivare la nostra azione, incarnata concretamente nel quotidiano dei giorni feriali…Tino

  2. Nella Messa, noi come i discepoli d’allora: radunati, con tutti i nostri dubbi, ad ascoltare Gesù , a dividere il cibo che è proprio Lui

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