MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

«Il Signore faccia risplendere per te il suo volto». Questo augurio, che la Chiesa propone come benedizione di ogni primo giorno dell’anno, non è per nulla scontato. Era molto comune nella religiosità antica pensare Dio proprio come uno che non ha volto, e questa percezione è ancora oggi presente in tante forme di spiritualismo, che, per definire Dio, lo allontanano dall’uomo, togliendogli tutto ciò che è troppo umano.
Quindi, anche il volto. Ora, l’incontro con Dio è impossibile, se egli non ha un volto da far risplendere per noi. Il Dio di Gesù Cristo un volto ce l’ha, ed è quello umano di Gesù. Abbiamo ascoltato il racconto dei pastori: andarono e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Trovarono tre volti, non un libro o un teorema. E l’angelo li aveva istruiti: il Salvatore è avvolto in fasce e adagiato nella mangiatoia. Andarono, trovarono e videro un volto e si sentirono benedetti da quel volto, il volto di Dio adagiato nella mangiatoia, piccolo e indifeso. In un certo senso, i pastori realizzarono quell’antico augurio contenuto nel libro dei Numeri: nella stalla di Betlemme per loro il Signore fece splendere il suo volto nel volto di un bambino. Natale è questa esperienza che la Chiesa ci ricorda all’inizio di ogni anno. Non ve n’è un’altra che possa realizzare l’augurio che ci ripetiamo in queste ore di passaggio da un anno all’altro. Il compito che è affidato a noi – c’è sempre un compito, che parte però da un dono – è quello di rendere perennemente attuale quel volto che risplende.
Il compito della vita è continuare a dare un volto a Dio per chi ci sta vicino, a far risplendere il nostro volto, in cui il Bambino di Betlemme ha come impresso il suo volto. Il Natale si perpetua nei giorni come una benedizione che continua. Ecco perché l’augurio che ci scambiamo a Capodanno – «buon anno» – è un proposito impegnativo che innesca la nostra responsabilità. Si tratta proprio di «metterci la faccia», di far entrare in gioco il nostro volto, la nostra vita nelle sue pieghe più quotidiane. Fare gli auguri per il nuovo anno è un gesto tutt’altro che banale. Significa dire: «Il Signore faccia risplendere per te il mio volto».
“Il Signore faccia risplendere per te il mio volto”. Non è un augurio presuntuoso per il nuovo anno, è impregnato di umiltà; è come se il volto del Bambino di Betlemme vi abbia lasciato la Sua impronta…