Andate!

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO – Anno C

Il viaggio di Maria verso la città in cui abita Elisabetta è stato anche il primo viaggio di Gesù, accolto nel suo grembo e ancora piccolo piccolo. Eppure proprio quel virgulto d’uomo, che cominciava a prendere forma nel corpo della sua mamma, è il motivo stesso del viaggio faticoso nella regione montuosa. Maria – non dimentichiamolo – va a donare Qualcuno prima ancora che a fare qualcosa. È il frutto del suo grembo che la mette in movimento ed è quella vita che sta prendendo forma in lei a far sussultare di gioia quell’altra vita che cresce nel grembo di Elisabetta. Maria incontra Elisabetta, Giovanni riconosce Gesù: questo è l’avvenimento che la Chiesa ci pone davanti agli occhi a pochi ore dal Natale di quest’anno. Maria va perché dentro di lei c’è la vita stessa di Dio che prende forma umana. Umilmente si muove verso Elisabetta che, infatti, si dice stupita che la madre di Dio si sia messa in viaggio per andare a visitare lei, povera donna anziana a cui è stata concessa la benedizione della maternità. Due umili donne, due piccoli bambini che ancora devono vedere la luce… ecco già l’essenza del Natale, che il profeta Michea aveva intravisto nella insignificanza di Betlemme – «così piccola per essere fra i villaggi di Giuda» – e che si dipanava nella lenta e nascosta, meravigliosa, potenza di una gravidanza. Se il nostro mondo fatica a provare lo stupore del Natale è proprio perché ha smarrito il significato della vita e del suo mistero iniziale. Invece di rispettarlo e contemplarlo, l’uomo si è messo a gestirlo e a produrlo come un esperimento di laboratorio, come un processo che può essere cominciato ed interrotto a piacimento. Quando l’uomo si arroga il diritto di misurare il mistero, si porta sempre sull’orlo del precipizio in cui fatalmente a cadere è la sua stessa umanità. Il tempo della gestazione per il Figlio di Dio non è stato un incidente di percorso, una noiosa attesa di vedere la luce. Lo dice con toni solenni l’autore della lettera agli Ebrei, che mette queste parole sulla bocca del Cristo che entra nel mondo: «Tu non hai voluto né sacrificio, né offerta, un corpo invece mi hai preparato». Il piano della salvezza ha previsto un tempo di nove mesi per preparare un corpo, e questo tempo che accomuna Gesù a tutti noi – perché ciascuno di noi ha avuto bisogno di una donna per nascere – si dipana nel buio del grembo materno ed è un tempo segnato da una crescita lenta, da una formazione disomogenea che solo alla fine mostra tutta la sua armonia. Ci avete mai pensato che il mistero del grembo ricopia fedelmente il tempo della nostra vita terrena? Quaggiù ciascuno di noi vive una provvisorietà come il bimbo che nuota dentro la sua mamma in attesa di vedere la luce della vita vera. La nostra nascita è il modello della nostra morte, e per fortuna nessuno di noi ricorda quel momento, in cui ci sembrava di morire e invece nascevamo… L’unica che conserva la memoria di quel momento è la nostra madre; lei sola sa che ci sono dolori che danno la vita ad altri; lei sola del mistero della gravidanza ha una esperienza carnale, autentica, come di qualcosa di sacro che la abita nel profondo, di qualcuno che si muove dentro di lei. Così è di Dio, l’unico che conosce il mistero di questa nostra prolungata gravidanza dentro la storia e che ci aspetta al varco della nascita alla vita eterna. Ecco perché possiamo sicuramente pensare Dio come la nostra madre, oltre che Padre celeste.

Il viaggio di Maria e l’incontro con Elisabetta costituiscono, dunque, l’episodio chiave del nostro Avvento. Di fronte a due donne in attesa, che si scambiano lo stupore e che lasciano esplodere la gioia dei loro bambini, noi non possiamo più barare. Ci resta davvero solo un verbo da coniugare perché sia Natale anche quest’anno, ed è il verbo «andare». Abbiamo alzato il capo, preparato la via e ci siamo guardati attorno, ora – come faranno i pastori nella notte santa e come già stanno facendo i magi, il cui viaggio è ancora più lungo e insidioso – dobbiamo andare. Andare ad incontrare, andare ad accogliere, andare a vedere. Maria, la donna che scavalca i monti con Gesù dentro il suo corpo, lei che davvero ha riempito i burroni e abbassato i colli come sollecitava Giovanni il Battista, ci accompagni, come madre coraggiosa e premurosa.

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