DICIOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno C
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Qoèlet è un personaggio della Bibbia, autore di un libro sapienziale che porta il suo nome. Il suo sguardo sulla realtà è forse segnato dal pessimismo, ma non lo si può accusare di avere torto. Egli legge l’incertezza, l’insicurezza che impedisce di usare e godere dei beni accumulati.
Vale per il ricco, vale anche in modo diverso per il povero. Affannati, preoccupati, perché il progresso ha aggiunto motivi di incertezza e insicurezza. Gesù ha pronta la sua parabola. L’interpretazione che di solito si dà è che l’errore dell’uomo ricco è coniugare il suo pensiero al futuro: «Che farò?… Farò così, demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutti i miei beni. Poi dirò a me stesso…». Sembra che Gesù gli consigli di godere subito, adesso, con i piccoli magazzini che già possiede. L’errore sarebbe dunque di rimandare al futuro ciò che può – anzi deve – fare adesso: il divertimento non è come il grano, non si accumula; se non lo usi oggi che ce l’hai, domani ti accorgerai, aprendo i magazzini più grandi, che dentro non c’è più niente.
La stoltezza sta, dunque, in una imprudente coniugazione dei verbi? Non mettere i soldi in banca, investili sul mercato, falli fruttare. La logica, però, è la stessa del ricco della parabola, anche se l’accumulo appare più sicuro. Ma lo è davvero? Mi fermo qui, perché questa non è la mia materia. E non è nemmeno l’intenzione di Gesù. La parabola non è un invito a godere oggi, adesso, perché il futuro è incerto (questa è la ricetta rinascimentale di Lorenzo de’ Medici). Non è un errore grammaticale, di coniugazione dei verbi.
Se volete leggere qualcosa di bello sul tempo e sul valore del presente, prendete l’XI libro delle Confessioni di sant’Agostino e farete una benedetta… fatica. Gesù invita ad arricchirsi presso Dio. Già, ma che cosa significa? Alcune volte bisogna proprio andare a leggere la lingua dei Vangeli, che è il greco. Luca dice: «si arricchisce verso Dio (εἰς Θεὸν)». La ricchezza, così come ogni cosa che usiamo in questo mondo, deve portarci sulla strada che va verso Dio. Ciascuno troverà la sua strada, che lo arricchisce se porta a Dio.
Qui ed ora si gioca la vita. Domani è il giorno che non arriva mai, perché quando il domani diventa oggi, il domani è avanti. E domani non sarà certo meglio, se ci saremo lasciati scappare l’incontro… Scrive Don Agostino: “Ciascuno troverà la sua strada, che lo arricchisce se porta a Dio.” Tino
Arricchirsi verso Dio: curare una relazione che salva e riempie di gioia. Ecco un modo per investire senza perdite. Vivendo pienamente nell” ora presente che è l’unica certa. Sotto le antiche meridiane scrivevano ( in latino): è l’ora di ben fare. Pensare troppo al futuro ci impedisce di vivere bene il presente e riempie il cuore di incertezze ( i figli, la vecchiaia, le guerre…). Il presente regala molto se vissuto con abbandono e fiducia consapevoli che ogni vicenda troverà la propria conclusione fra le braccia di Dio. È vero, ciascuno troverà nell’ adesione alla propria vita il segreto del ” ben fare” e del ” ben essere” .