A due a due per mostrare il Dio vicino

Vedi il video con la meditazione di don Agostino cliccando qui

Raponzolo chiomoso sulle pareti rocciose dello Stevia (Foto AC)

Sono settantadue i discepoli: un numero simbolico per indicare la totalità delle nazioni e che il messaggio è rivolto proprio a tutti. Quale messaggio? Si direbbe che è scarno ed essenziale: «È vicino a voi il regno di Dio».

Lo si deve dire sia a quelli che accolgono che a quelli che rifiutano. A tutti. Se dovessimo andare in giro per Como, noi a dire così a tutti, riaprirebbero il manicomio!

Ovvio, oggi quel messaggio deve essere dato in un modo diverso. Prima, però, devo domandarmi che cosa vuol dire. Provo a rispondere: «Guarda che Dio puoi incontrarlo dentro una vicenda umana: si è fatto vicino nella persona e nella vita di Gesù e continua ad essere vicino nella nostra vita, di noi che siamo mandati a testimoniare che il suo amore è qui». Così si spiega perché Gesù li mandò «a due a due», in coppia: che Dio si è fatto vicino bisogna cioè dirlo ma soprattutto farlo vedere.

Quando leggiamo «a due a due», noi automaticamente pensiamo a due preti o a due suore, che di mestiere fanno quello. Ma forse che una coppia di sposi non è chiamata a far vedere l’amore che Dio ha per l’umanità nella concretezza del loro amarsi? In qualunque stato ci troviamo, noi siamo il veicolo di Dio nella storia, lo strumento che permette a Dio di realizzare il suo sogno di raggiungere, con un volto umano, tutti gli uomini e le donne del mondo e della storia.

Questa modalità – vi dice niente la parola «incarnazione»? – è quella scelta da Dio per continuare a dire che Lui si è fatto vicino. Badate bene: non è certo il modo più infallibile, anzi è il modo che più espone al rifiuto. Uno può pensare: «Dio è talmente vicino a me, non posso non accogliere un Dio che è così umano». Ma un altro – e per lo stesso motivo – può rifiutare: «Questo Dio è troppo vicino, troppo umano!».

E non dimentichiamo come Gesù mandò i suoi 72 discepoli: «Vi mando come agnelli in mezzo a lupi». «Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell’aiuto del pastore. Egli non pasce lupi, ma agnelli» (Giovanni Crisostomo).

2 thoughts on “A due a due per mostrare il Dio vicino

  1. In coppia.
    s. Caterina scrisse ( in modo simpaticamente ingenuo) : in due perché altrimenti Dio come può stare in mezzo.?
    Anche i domenicani si muovevano in coppia ed erano i due ” una predicazione” ,un convento itinerante. Già la compagnia, la fraternità concreta è una testimonianza ben più efficace di tante parole.
    in coppia è anche da parte di Gesù segno della cura che aveva per i discepoli. Voleva che la solitudine non li sbranasse, voleva che l’ uno fosse l” appoggio dell” altro.

  2. Dio può essere accolto perché è vicino, è umano; ma può anche essere rifiutato perché è troppo vicino, troppo umano. E’, infatti, solo la religione cristiana che ha Dio fatto vicino, fattosi uomo… Scrive Don Agostino: “Così si spiega perché Gesù li mandò «a due a due», in coppia: che Dio si è fatto vicino bisogna cioè dirlo ma soprattutto farlo vedere.” Tino

Lascia un commento