DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE

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La settimana era cominciata a Betania con una cena in casa di Lazzaro. C’era una Maria. Una, e la tradizione spesso l’ha confusa e identificata con un’altra Maria, di Magdala, che è sulla scena quando la settimana finisce.

A me piace pensare che le Maria fossero due, che avessero storie diverse e che ad un certo punto abbiano incrociato Gesù. A Betania tutto era come pervaso dal profumo di puro nardo assai prezioso che Maria sprecò sui piedi di Gesù. Un gesto esagerato, quasi un presentimento del calvario cui Gesù andava incontro. Maria di Magdala ha preso il testimone da Maria di Betania e, quando era ancora buio, si è recata al sepolcro dove era stato posto il cadavere di Gesù.

Gli apostoli arrivano dopo, sono come convocati da quella donna. Lei prima ancora della luce del mattino è già lì a cercare. Che cosa cerca? Difficile rispondere. Cerca sicuramente Gesù. La pietra ribaltata via le fa presentire che qualcosa è accaduto. Non c’è più ciò che di Gesù avrebbe potuto trovare in un cimitero. È commovente Maria in quel sentirsi derubata del corpo di Gesù: le hanno portato via il Signore, e lei si sente disorientata: come se la morte le avesse lasciato ancora qualcosa di Gesù, e ora il sepolcro aperto le portasse via anche quello. Pietro e Giovanni arrivano di corsa e constatano, verificano, dubitano, forse qualcosa capiscono o anche solo intuiscono. Poi tornano via di corsa.

Fare le nostre considerazioni e correre sono la cifra dell’uomo, oggi ancora di più in un mondo in cui la velocità ha spento l’umanità. Maria non corre, resta. Maria non considera, desidera. Desidera che gli diano indietro il suo Signore. È mossa unicamente da un grande amore. E il racconto evangelico ci dice che il desiderio sarà esaudito e per prima vedrà il Risorto, lì nel giardino dove si trovava il sepolcro.

Ci resta una domanda, quasi spontanea: la risurrezione è il superamento della croce? Verrebbe da rispondere di sì. Invece il Risorto è il Crocifisso, nel suo corpo ci sono i segni dei chiodi. La croce non è una tappa provvisoria per andare oltre, superarla e così capire. La risurrezione fa parte della parola della Croce, della logica della Croce.