Chi se ne è andato e chi è rimasto

Primule gialle (Foto AC)

Dovrebbe esserci un contrasto tra chi se ne è andato e chi è rimasto. Sono entrambi figli, ma uno è rimasto col padre e l’altro no. Eppure, il vero pugno nello stomaco che questa parabola ci dà sta nel dover constatare che non c’è contrasto tra i due figli, sono uguali pur avendo fatto scelte diverse: hanno perso la fraternità tra di loro perché entrambi hanno frainteso la figliolanza con il padre.

Il vero problema che essi hanno è che non conoscono davvero il loro padre: il figlio che è rimasto in casa ha vissuto per tanti anni come servo, e il figlio che se ne era andato e che ora ritorna, crede che può rientrare in casa solo come servo. Non hanno capito che davanti a loro sta un padre vero. Non un amicone accomodante, ma una persona ferma sui propri principi: quando il figlio minore vuole la sua parte, gliela dà, ma non cambia idea circa che cosa significa essere padre ed essere figlio, soffre sicuramente ma lo lascia partire; quando il figlio maggiore non vuole entrare in casa e fa l’offeso sull’uscio, gli va incontro e gli spiega le sue ragioni, ma non cambia affatto la sua decisione di fare festa per un figlio – un fratello – che era perduto ed è stato ritrovato. Il gesto che contraddistingue questo padre è l’uscire incontro ora all’uno ora all’altro dei suoi figli, eppure il suo immenso amore è impastato di fermezza ed è lontano da quelle forme di smanceria che spesso noi confondiamo con l’amore.

La parabola è detta da Gesù per stigmatizzare la mormorazione di farisei e scribi giacché a lui si avvicinavano pubblicani e peccatori. Gesù vuole mostrare come è fatto Dio e parla di questo padre veramente buono e dei suoi due figli che non lo avevano capito. E non poteva che essere una parabola aperta: infatti, noi non sappiamo se il figlio indignato abbia partecipato alla festa per il ritorno a casa di suo fratello. Forse il padre buono è riuscito a farlo sentire figlio e non servo, come era riuscito a far sentire figlio chi era tornato con la prospettiva di essere trattato come un salariato. La parabola è aperta, perché descrive il vero snodo della vita di ciascuno di noi di fronte a Dio, di cui fatichiamo a comprendere la vera paternità.

2 thoughts on “Chi se ne è andato e chi è rimasto

  1.  Non avevo mai capito che i due figli siano uguali perché, nella loro diversità, hanno tutti e due frainteso la “figliolanza con il padre”. Non avevo neppure capito che la parabola sia aperta, come una commedia di Pirandello, in quanto non sappiamo come si sia comportato alla festa il figlio indignato. Il motivo lo chiarisce bene Don Agostino; “La parabola è aperta, perché descrive il vero snodo della vita di ciascuno di noi di fronte a Dio, di cui fatichiamo a comprendere la vera paternità.” Tino

  2. E meno male che Dio è un padre così!
    La parabola è sottesa a tante nostre storie personali, a certe diatribe all’ interno della Chiesa stessa: c’ è sempre qualcuno che , comportandosi da servo, crede di essere il figlio migliore, c’ è sempre qualcuno che cerca la pentola d’ oro rinnegando le proprie radici. Il padre è davvero esempio di amore giusto e buono: fermo ma rispettoso della libertà dei figli. E quanto dolore di fronte all’ atteggiamento di tutti e due. Non per niente ciò che più sta a cuore al padre (a Dio) è “che tutti siano una cosa sola”.

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