La terza via

Odle (Foto AC)

Gesù, con il consueto linguaggio paradossale, sta parlando di qualcosa che ci riguarda. È l’esperienza del male ricevuto, dell’inimicizia che si traduce concretamente nella violenza, nella calunnia, nell’isolamento. È stato scritto che il male talvolta è talmente banale da superare ogni limite di disumanità.

L’uomo riesce a far del male ad un suo simile anche solo per difendere la propria tranquillità o per rivestire di innocenza la propria colpa. Ebbene, il mondo conosce una risposta a questo male, ed è la via della vendetta o almeno la possibilità di nutrire risentimento, il quale spesso si trascina nel tempo in un male che diventa cronico e si trasmette di padre in figlio.

È vero, resta aperta anche un’altra via, che ha il sapore dell’eroismo e che è conosciuta universalmente come «non violenza»: tu mi fai del male, ed io resto passivo e non pongo in atto alcuna rivalsa nei tuoi confronti, patisco in silenzio senza opporre resistenza, mi arrendo rinunciando ad ogni azione violenta. Non è raro che Gesù nella sua tragica passione e morte sia ricondotto ad un testimone di questa via eroica della non-violenza. In realtà Gesù propone una terza via, che non è riconducibile né all’attività violenta della vendetta, né alla passività silente della non-violenza. È una via che ci appare alta e ardita, quasi impercorribile. Il compito di Gesù è mostrare il volto del Padre e le sue parole svelano niente di meno che un tratto dell’amore stesso di Dio e noi siamo chiamati a ricopiarlo, visto che ne portiamo l’immagine e la somiglianza. Non lasciamoci pertanto impressionare dal linguaggio paradossale di Gesù, con cui egli vuole dirci che nell’amore dobbiamo assomigliare a Dio. L’insegnamento che dobbiamo trarne è che l’amore è sempre attivo – porge l’altra guancia – e la sua bussola è sempre rivolta al bene di tutti e il bene cammina su molte strade ed è dotato di una sua intima ragionevolezza. L’amore di Dio ha gli occhi del padre che vede da lontano il figlio che ritorna a casa, ha l’intraprendenza del pastore che va in cerca della pecorella smarrita. L’amore di Dio non rinuncia mai. Questo amore è anche il nostro compito.

2 thoughts on “La terza via

  1. La terza via. Scrive Don Agostino: “In realtà Gesù propone una terza via, che non è riconducibile né all’attività violenta della vendetta, né alla passività silente della non-violenza.” È la via pienamente cristiana, che non è facilmente percorribile. Non è una via passiva, ma è la via sempre attiva e rivolta al bene comune. Pare quasi impossibile da percorrere a noi che siamo anziani; affidiamoci a Gesù e chiediamo il suo aiuto con la preghiera…Tino  

  2. L’ amore non si arrende: la speranza lo sostiene contro ogni evidenza. Tenta ogni strada, con sguardo fiducioso e pazienza mai stanca attende, se non ora poi.
    L’ amore perdona perché il perdono benevolente è segno distintivo di una pace che da conquista personale diviene dono da condividere. Penso che si è capaci di perdonare quando si è raggiunta l’armonia, in sé stessi e con quanto ci accade e ci circonda.

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