Il semaforo di Maria

(Foto AC)

La scena è ancora quella di Natale. C’è come la preoccupazione che ce la possiamo dimenticare o, peggio ancora, che cerchiamo di sostituirla con qualcosa di più confacente al Figlio di Dio. Invece, eccola qua, intatta.

I pastori passano da una visione angelica con titoli altisonanti avvolti da una esplosione di luce a quel segno così piccolo che spunta dalla paglia di una mangiatoia. I pastori lo trovano e riferiscono «ciò che del bambino era stato detto loro». E a questo punto ogni anno entriamo sulla scena anche noi: «Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori». E qui c’è il vero snodo del Natale. Lo stupore o c’è o non c’è. Il Signore – ovvero il padrone della storia – è un bambino adagiato in una mangiatoia degli animali. E continua ad essere così. Un segno talmente piccolo che non lascia alternativa: o ti stupisci o non ci credi.

Se vedi e ascolti con la logica che misura la vita a partire da ciò che è grande, vincente, verificabile, soddisfacente, allora un Dio bambino è solo l’ennesima fregatura. Se invece sei abituato a scorgere il giorno già dai primi colori dell’aurora e sai appassionarti alle piccole cose e credi nella forza misteriosa del granello di senape, allora c’è posto anche per il Signore che nasce bambino e sei capace di stupirti per questa inaspettata scelta divina.

L’evangelista, oltre che sui pastori, si sofferma su Maria, che «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Custodire è il contrario di dissipare. Significa dare credito ad ogni istante, fare come i bambini che conservano tutti i sassolini colorati della spiaggia (e alcuni sono solo pezzetti di vetro smussati dalle onde). Ma il custodire non è fine a se stesso, non è riempire il cuore di tutte le cianfrusaglie. Si custodisce per meditare. E meditare è il contrario di improvvisare. Significa saper mettere insieme le tessere con la pazienza di chi vuole dare unità al mosaico della sua vita. Che cosa ci lasciamo alle spalle? E che cosa ci porterà l’anno nuovo? Sono domande che disegnano l’incrocio di queste ore, tra le lamentele e i desideri. Per regolare il traffico, teniamo acceso il semaforo di Maria.

One thought on “Il semaforo di Maria

  1. Maria “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. Impariamo da Lei a meditare e a non improvvisare. Non perdiamo le tessere del 2024, ma cerchiamo di comporle con le tessere del 2025 dando unità al mosaico della vita, con le gioie e i dolori…tino

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