No agli elenchi, sì al cuore

Stambecchi sotto il rifugio Sidelen (Foto AC)

In fondo un elenco preciso di cose da fare rende semplice la vita. Marco, scrivendo il suo vangelo per persone non ebree, si sente in dovere di riportare un elenco di azioni che mettevano a posto la coscienza dei giudei.

Sia chiaro, ogni religione tende a creare il suo elenco. Anche un certo cristianesimo ha finito con il ridursi ad una somma di pratiche, di riti e di preghiere per sentirsi a posto davanti a Dio. In se stesse sono cose buone, l’errore sta nel credere che basta farle – anche automaticamente, persino distrattamente – per essere buoni. No, dice Gesù, bisogna impegnare il cuore, altrimenti c’è il rischio di essere ipocriti, cioè di mostrare solo un’esteriorità che non corrisponde a ciò che sta nel profondo di noi stessi.

Gli antichi greci usavano la parola «ipocrita» per definire l’attore che nel teatro, magari dietro una maschera, con la voce e con i gesti rappresentava un personaggio diverso da lui. I farisei sono definiti da Gesù «ipocriti» perché all’esterno rappresentano perfettamente con le parole e i gesti le esigenze della religione, ma il loro cuore è in verità lontano da Dio. Il «cuore» di cui parla Gesù non è quello che intendiamo noi, la sede delle emozioni passeggere, ma è il punto da cui si dipana tutta l’azione dell’uomo, il luogo in cui si decide, il vero centro propulsore della vita dell’uomo.

Ma c’è un secondo insegnamento nella pagina evangelica che abbiamo ascoltato. Anche in questo caso all’origine c’è un elenco di ciò che è puro (e rende puri) e di ciò che è impuro (e rende impuri). Gesù rifiuta questa distinzione: non esiste una sfera sacra e religiosa che è separata dal mondo, perché vorrebbe dire che la vita quotidiana nel mondo è un luogo da cui Dio è assente. Non è così. Anzi, Dio è impastato proprio con la vita di tutti i giorni e non si trova in un luogo appartato e separato da tutto il resto. Quindi, non è affatto cristiano l’invito a purificarsi dal mondo e uscire dalla vita quotidiana per trovare Dio altrove. Dio non è altrove, ma è proprio qui, nel luogo in cui io vivo, pienamente incarnato. Anzi, le persone che incontro nel quotidiano sono il tramite più bello per incontrare Dio. Usando il cuore e non la maschera.

2 thoughts on “No agli elenchi, sì al cuore

  1. il bello è proprio che Gesù c’è ed è presente nel mondo. Non c’è cosa che non lo riguardi. Dobbiamo, ad ogni passo, sentirlo presente. Ingombrante? Forse, se ci costringe a essere sempre autentici. Ma è consolante sapere che almeno qualcuno (lui), ci conosce in ogni piega e dunque sa benissimo quali sono le nostre fatiche e le nostre ferite.

  2. No agli elenchi, sì al cuore. Scrive Don Agostino: “I farisei sono definiti da Gesù «ipocriti» perché all’esterno rappresentano perfettamente con le parole e i gesti le esigenze della religione, ma il loro cuore è in verità lontano da Dio.” Noi siamo portati a ritenere i farisei persone cattive e lontane da noi; no! Sono solo persone normali e lo siamo noi stessi nella vita quotidiana quando all’esterno seguiamo gli “elenchi” della religione, ma il nostro cuore è lontano da Dio…Tino

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