Cercare, trovare, credere

Marmotta che gusta il pane (Foto AC)

Cercare, trovare. Due verbi per un solo movimento che caratterizza tutta la nostra vita. Gesù stesso non si sottrae a questa dinamica umana. L’immagine che ci offre l’evangelista è inverosimile: una folla sulle barche intenta ad attraversare il mare.

Tutto per dire che l’obiettivo unico è la ricerca di Gesù. Ma non basta cercare Gesù, bisogna stabilire perché lo si cerca. Non basta trovare Gesù, bisogna porgli le domande giuste. Gesù si fa trovare, ma poi rivela chi è veramente e allora viene a galla che egli non è quello che la folla cercava. Una volta trovato Gesù, inevitabilmente bisogna ricominciare a cercarlo perché egli è oltre la nostra ricerca, in un certo senso la delude, le fa fare un salto qualitativo, la porta su un altro binario. Alla folla sembra di aver trovato in Gesù una soluzione ai propri problemi e cerca di assicurarsela, e quindi va a prenderlo di là dal mare.

Ma Gesù non è una soluzione ai nostri problemi. Gesù non chiude la ricerca della vita, anzi la apre e la tiene continuamente aperta. Ecco perché il terzo verbo – quello decisivo – è credere. Cercare, trovare, credere. E il credere non è un pensiero, ma un’azione. La folla domanda: «Che cosa dobbiamo fare?». Gesù risponde: «Credete in me, che sono il pane di Dio mandato in terra». Mangiare il pane della moltiplicazione era soltanto un segno, ciò che conta è mangiare il Pane, «quello vero» che è Gesù, cioè credere in lui.

E qui, carissimi, dobbiamo essere pronti a correggere il significato che noi diamo al credere. Intanto, la fede non è una cosa che si pensa: credere non significa biascicare una professione di fede o pensare che Dio in qualche modo esiste. Non è nemmeno osservare scrupolosamente una somma di regole e pratiche di pietà per assicurarsi la salvezza. No, la salvezza non è una nostra conquista. È un dono, e l’opera che noi dobbiamo compiere è solo credere, cioè accogliere questo dono – il Pane dal cielo, Gesù – e accettare di essere con la nostra vita il tempo e lo spazio per il realizzarsi dell’opera di Dio in terra. Per questo dobbiamo essere continuamente «alla ricerca di Gesù».

2 thoughts on “Cercare, trovare, credere

  1. Credere è un abbraccio, accogliere nella nostra vita la vita di Gesù.

    Un amore, anche semplicemente umano, non può che essere questo.

    Ma accogliere Gesù è accogliere la massima semplicità ( fate questo in memoria di me, siate così come io sono) e il massimo mistero.

    Noi abbracciamo ma in realtà ci abbandoniamo perché nel largo gesto della croce è Gesù che ci abbraccia.

  2. Cercare, trovare, credere. Non basta cercare e trovare; è indispensabile credere! Credere rimane, purtroppo per noi, un “pensiero” superficiale, un’abitudine, un atteggiamento esteriore, ripetitivo, domenicale. Credere è invece una azione. Scrive Don Agostino: “l’opera che noi dobbiamo compiere è solo credere, cioè accogliere questo dono – il Pane dal cielo, Gesù – e accettare di essere con la nostra vita il tempo e lo spazio per il realizzarsi dell’opera di Dio in terra.” La nostra vita ovvero il tempo e lo spazio con gli affetti, le gioie, le fatiche, le sofferenze, la malattia, la morte… “Così impareremo a morire di morte per vivere di vita autentica” scriveva Madeleine Delbrèl.

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