DOMENICA DELLE PALME – Anno B

Il dramma della passione di Gesù che abbiamo ascoltato comincia nel profumo, quello di puro nardo con cui una donna inonda il capo di Gesù a Betania.
L’atto finale – quello della risurrezione – comincerà con le donne che comprano aromi per ungere il corpo di Gesù, ma non li potranno usare perché il sepolcro è vuoto. Del resto Gesù lo aveva detto: «Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura». L’amore è sempre in anticipo, e il gesto di quella donna – che l’evangelista Giovanni identifica con Maria, sorella di Marta e Lazzaro – preannuncia addirittura la risurrezione.
Quel gesto dovrebbe farci riflettere. Anche noi saremmo stati tra gli «infuriati contro di lei», perché non si può sprecare tutto quel profumo prezioso del valore di un anno di lavoro per versarlo sulla testa di Gesù… Invece quella donna bisogna lasciarla stare, non si deve infastidirla, perché – dice Gesù – «ha compiuto l’opera bella». Il vaso di alabastro è stato rotto e il suo contenuto di profumo è stato versato. Anche il vaso del corpo di Gesù di lì a qualche ora sarà rotto sulla croce e ne uscirà il profumo intenso dell’amore di Dio, di valore inestimabile. Eccola «l’opera bella» di Gesù, profeticamente anticipata nell’opera bella della donna. Diremo forse a Gesù: «Perché questo spreco di amore? Era proprio necessario?». Noi, abituati a misurare tutto, vorremmo misurare anche l’amore. E, invece, l’unica misura dell’amore è lo spreco. L’amore non va d’accordo né con la pretesa né con il calcolo: questo è il succo della storia che abbiamo ascoltato.
Al termine del cammino quaresimale c’è da domandarsi quanto abbiamo sprecato per Gesù, per «l’opera bella» della preghiera e della carità che ci è stata proposta. E, soprattutto, quanto abbiamo intenzione di sprecare per seguire Gesù nell’opera bella della Pasqua, dal Cenacolo del Giovedì Santo al giardino della risurrezione passando per il Calvario del Venerdì Santo. Che non ci accada di vivere distrattamente proprio i giorni del Triduo Pasquale: rompiamo anche noi il vaso di alabastro e versiamo il profumo prezioso, come fece Maria quel giorno a Betania.
Siamo abituati a misurare tutto. L’amore non si misura; abbiamo ricevuto un dono immenso, dobbiamo porgere tutto l’amore possibile, soprattutto nel periodo quaresimale. Tino