SESTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno B

Che brutto quando una norma umana viene messa sulla bocca di Dio, quasi per sancirne l’autorevolezza. Mosè ed Aronne stabiliscono che il lebbroso è impuro, deve dichiararlo chiaramente, e deve accettare di vivere da solo. Possono farlo perché è il Signore ad aver parlato con loro in questi termini.
Si può comprendere il motivo di questa norma, entro una società che non poteva garantire una protezione medica né ai malati né ai sani: tenere il malato «fuori dell’accampamento» era un modo per garantire la vita e la salute della popolazione. Gesù, parecchi secoli più tardi, sembra voler rispettare, almeno formalmente, quella norma e invita il lebbroso a fare «quello che Mosè ha prescritto». In realtà egli inserisce un principio di umanità profonda che cambia radicalmente il rapporto. Intanto, Gesù non si mette a fare una battaglia politica per cambiare la legge.
La vera riforma passa nel cuore dell’uomo e parte da una vera e propria disobbedienza civile: Gesù si lascia avvicinare dal lebbroso e ne ha compassione non col pensiero, ma tendendo la mano e toccandolo. Tutti atteggiamenti proibiti della legge di Mosè. In questo modo Gesù non a parole ma con un gesto scardina la legge, nel senso che le dà un nuovo cardine. La compassione per la carne umana vale più della prescrizione scritta. La purificazione non passa da un tenere a distanza, ma da un avvicinare. Il lebbroso si era mosso – contravvenendo alla legge di Mosè – incontro ad un sano, Gesù, e in questo movimento era stato mosso da una grande fede in lui: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Mosso dal desiderio, dunque, e non dalla ragione, anzi contro la ragione e contro la norma etica che gli impediva quel movimento.
Anche Gesù è mosso – anzi, commosso – da un desiderio, che è la purificazione, intesa come salvezza integrale dell’uomo. Arrischia il contatto, e anch’egli si pone fuori dalla legge. Il racconto che oggi ci propone l’evangelista Marco non è soltanto un miracolo di guarigione di un lebbroso, ma è l’invito alla rivoluzione dei rapporti umani nella direzione della compassione e del contatto.
La compassione e il contatto. Scrive Don Agostino: “Il racconto che oggi ci propone l’evangelista Marco non è soltanto un miracolo di guarigione di un lebbroso, ma è l’invito alla rivoluzione dei rapporti umani nella direzione della compassione e del contatto”. Penso ai medici e agli infermieri che, durante la recente epidemia da Coronavirus, hanno curato con impegno e compassione le persone infette. Non sono eroi, sono persone che hanno seguito, pur non essendo tutti cristiani, l’insegnamento del Vangelo…