La giornata di Cafarnao

Foto AC

È la famosa giornata di Cafarnao di Gesù: la mattina in sinagoga e il pomeriggio nella casa di Simone e Andrea. Poi però, dopo il tramonto, la porta della casa diventa come un palcoscenico sulla città, e c’è spazio per tutti, sani e malati.

Dopo il riposo, al mattino presto Gesù sente il bisogno di pregare, da solo, in un luogo deserto. E, in un modo apparentemente inspiegabile, al «Tutti ti cercano!» con cui Simone vorrebbe riportarlo dentro il cliché vincente del giorno prima, Gesù risponde con un perentorio «Andiamocene altrove» che rinvia ad una missione che non si lascia rinchiudere a Cafarnao, né in casa e nemmeno in sinagoga. Il palcoscenico nella casa di Simone è come se fosse già diventato stretto. Gesù è fatto così: se cerchi di rinchiuderlo in un posto, lui sguscia via, e sei tu che devi seguirlo, non lui che deve fare quello che vuoi tu. I quattro discepoli che hanno appena lasciato tutto per seguirlo devono farsene una ragione, ma sappiamo che non sarà facile per loro stare dietro Gesù e abituarsi a questa immensa libertà che il Signore ha nel muoversi.

Due momenti stanno dentro questa giornata passata da Gesù a Cafarnao. Uno sta in fondo, ma in realtà è il motore di tutto: la preghiera di Gesù, che per noi è un grande mistero, perché entrando in profondità in se stesso Gesù giungeva alla sua relazione speciale con il Padre. Gesù non pregava come preghiamo noi, e in quei momenti attingeva al mistero della sua persona divina incarnata in un uomo. Lo si capisce dalla risposta data a Simone, che pure si è messo sulle sue tracce: «Per questo sono venuto». Pregando, Gesù ogni volta rinnovava il «perché» della sua incarnazione, se lo vedeva chiaro davanti agli occhi. Potesse la nostra preghiera essere imitazione, almeno in parte, di questa rinnovazione della propria identità e della propria vocazione…

L’altro momento – di una semplicità sconcertante – è la guarigione dalla febbre della suocera di Simone. Una specie di tachipirina data «prendendola per mano»! Lo scopo della salute riacquistata è il servizio, non una introspezione su se stessi ma una proiezione sugli altri.

One thought on “La giornata di Cafarnao

  1. Scrive Don Agostino: “Gesù non pregava come preghiamo noi, e in quei momenti attingeva al mistero della sua persona divina incarnata in un uomo.” La nostra preghiera a volte è fatta a pappagallo, senza la minima dimensione estatica. Invece Gesù ci insegna a rinnovare con la preghiera ogni giorno la nostra identità di persone, la nostra “vita nella carne”.

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