Giuseppe, collaboratore del «sogno» di Dio

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Autunno sulle Dolomiti (Foto AC)

Oggi la guida del nostro cammino verso il Natale è Giuseppe. Egli campeggia sulla scena come uomo giusto e purtroppo questo aggettivo può condurci fuori strada.

Noi diciamo «giusto» uno che rispetta le leggi e riesce a farlo pur continuando ad essere umano. Giuseppe in effetti è messo nella necessità di rispettare le norme legali stabilite per la situazione in cui la sposa si trovasse ad essere incinta prima di andare a vivere con il marito.

In caso di accusa pubblica la donna era passibile anche di lapidazione. Invece Giuseppe «pensò di ripudiarla in segreto»: consiste in questo la sua giustizia? Una lettura frettolosa del testo può farci pensare di sì. Ma Giuseppe è giusto in tutt’altro senso. Quando Maria gli annunciò che era incinta per opera dello Spirito Santo – perché ci fu sicuramente questa annunciazione di Maria a Giuseppe – egli non ebbe motivo di dubitare della sua sposa e comprese che Maria era al centro di un piano di Dio. Decise, pertanto, di lasciarla libera per non diffamarla ma soprattutto per assecondare il disegno di Dio, che egli rispettava e di fronte al quale egli non poteva che ritirarsi nell’ombra, non giudicandosi degno di farne parte.

Giuseppe è giusto verso Dio prima ancora che verso Maria: aveva sicuramente progettato di formare una famiglia con lei, ma il progetto di Dio veniva prima del suo progetto. Roba da non riuscire a chiudere occhio! Invece, ecco che Giuseppe sogna, il che significa che, dopo aver preso la sua decisione, egli era talmente tranquillo da addormentarsi. Dorme Giuseppe e sogna la volontà di Dio, e ancora una volta la volontà di Dio è diversa dalla sua decisione: non deve affatto estraniarsi dal progetto che Dio ha pensato per Maria, quel progetto è anche per lui e non deve temere di entrarci come sposo e come padre, dando il nome al figlio che nascerà. E Giuseppe è giusto perché, quando si sveglia, obbedisce: prende sul serio il «sogno» di Dio e lo fa diventare decisione della sua vita.

È quello a cui, nel nostro piccolo, siamo chiamati anche noi: la giustizia è fiducia in Dio che viene, e ci vuole collaboratori del suo disegno.

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