Resistenza e resa

Cadendo in domenica il 14 settembre, prevale la Festa della Esaltazione della Santa Croce sulla domenica del Tempo ordinario. Ecco una breve meditazione sul significato di questa festa.

Crocifisso spirante, opera della scultrice Edith Lardschneider di Selva Gardena (Foto AC)

Due parole sull’origine di questa festa. Essa cade nel giorno anniversario della dedicazione di due basiliche – il Martyrium e l’Anastasis – che Costantino volle edificare a Gerusalemme per ricordare la passione, morte, sepoltura e risurrezione di Cristo.

La cerimonia avvenne il 13 settembre del 335 con la presenza di una folla numerosa, come ricorda una famosa pellegrina, Egeria, che visitò i luoghi santi cinquant’anni più tardi. Secondo una leggenda, nello stesso giorno erano state rinvenute da parte di sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, le reliquie della Santa Croce. La ricorrenza giunse in Occidente alla fine del settimo secolo, assieme a una reliquia della Croce, e venne festeggiata il 14 settembre. In Occidente c’era un’altra festa della Croce, che cadeva il 3 maggio, festa che è stata soppressa solo nel 1960. Ora, esaltare la Croce non è l’esaltazione del dolore e della sofferenza. Certo che Gesù ha sofferto sulla croce, eccome, ma noi non esaltiamo affatto la sua sofferenza, così come non esaltiamo nessun’altra sofferenza umana. Nemmeno è esaltazione della sconfitta e della rassegnazione: la Croce per Gesù non fu affatto una fatalità che non poté far altro che accettare supinamente. Il Vangelo non ci presenta affatto un Gesù rassegnato, ma un Gesù che va decisamente a Gerusalemme per incontrare e affrontare la Croce. Che cosa significa, allora, esaltare la santa Croce? Potremmo riassumere l’atteggiamento di Cristo sulla Croce con il titolo di un libro del teologo Dietrich Bonhoeffer (teologo che morì in un campo di concentramento nazista): resistenza e resa. Due parole, un unico atteggiamento. La resistenza non è a Dio, ma al dolore nella sua pretesa di togliermi dignità e speranza; resistenza che è un saper durare nella sofferenza; resistenza che sfocia nella pazienza e nella preghiera; la resa non è al dolore, ma al mistero di Dio che in Gesù Cristo ha assunto il dolore umano, si è fatto scandalosamente vicino sino alla condivisione della morte, ma proprio per questo resta avvolto in un mistero di amore, in cui la Croce sfocia nella risurrezione.

2 thoughts on “Resistenza e resa

  1. Una festa che amo. La croce strumento di redenzione da cui sgorgano i sacramenti; come un albero fiorito. Da leggere ” Resistenza e resa” per comprendere che ke nostre croci sono far compagnia al dolore di Dio..

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