Un ricordo di don Andrea

Lo scorso mercoledì 13 agosto è morto don Andrea Livio. Prete della diocesi di Como, era nato a Oltrona San Mamette l’11 aprile 1945. Qui sono state celebrate le esequie stamattina, 16 agosto 2025. Don Alberto Clerici ha letto alcune righe condivise con me, don Agostino Clerici, che vengono qui pubblicate per permettere ai tanti che lo hanno richiesto di poter avere il testo. La foto ritrae il gruppo dei quattro preti (c’è anche don Enrico Colombo) che per anni hanno condiviso momenti di amicizia e le vacanze estive insieme in Val Gardena: si riferisce alla Messa della Gran Santa Maria (così viene chiamata la solennità dell’Assunzione di Maria) del 15 agosto 2010, celebrata nella chiesetta che sta sopra il Rifugio Fermeda (sull’altopiano del Seceda) a 2150 metri.

Don Agostino ed io facciamo fatica a scrivere delle parole per ricordare don Andrea. Quale don Andrea? Sicuramente quello del 1981, prete novello che aveva già 36 anni, quando fu mandato vicario a Rovellasca. Sono stati anni bellissimi per noi giovani. Don Andrea ci ha insegnato a leggere libri per approfondire argomenti di attualità: con le sue catechesi ci ha messo in mano le chiavi per aprire i tesori della Bibbia e penetrare dentro la profondità della teologia. Una ricchezza culturale a cui si affiancava la costruzione di percorsi di fede nella gioia dello stare insieme e nel servire i più piccoli: ricordiamo i campi estivi a Biandino, Macugnaga, Sant’Anna di Vinadio, le giornate di spiritualità nel monastero di Grandate, i giochi in oratorio. Il cuore di don Andrea toccò la profondità della sofferenza, quel 31 luglio 1984, che lo fece invecchiare precocemente, anche se non si lasciò rubare il coraggio e la dedizione. La nostra amicizia è proseguita anche quando don Andrea ha svolto il suo ministero altrove. I mercoledì in montagna (con don Enrico, il gruppo dei quattro preti), la condivisione di momenti di preghiera e di scalate sulle Dolomiti della Val Gardena, frequentate insieme per oltre trent’anni. Questo era ancora il prolungamento vitale di quel don Andrea del 1981.

Poi nel 2011 decise di andare in pensione. Aveva un sogno e lo volle inseguire, e di fatto proprio lì, in quel sogno di una fraternità di persone, è da ricercare l’altro don Andrea, quello che abbiamo conosciuto di meno. Noi giovani rovellaschesi, che lo avevamo seguito in un cammino entusiasmante di crescita cristiana, nell’amicizia e nella cultura, provavamo disagio nel dover riconoscere un prete, generoso e ancora capace di entrare nell’attualità del mondo, che però non riusciva a trovare una strada sicura per concretizzare il suo progetto. Quel sogno, di fatto, si è trasformato in un traguardo irraggiungibile. Eppure don Andrea ci ha messo tutto il suo impegno e sappiamo con certezza che tante persone ricorrevano alla sua capacità di ascolto e al suo conforto spirituale. Noi, amici che tanto abbiamo continuato a ricevere da lui, talvolta lo mettevamo in guardia dai sentieri esposti della religiosità popolare su cui lo vedevamo smarrirsi. Certo, non riconoscevamo il don Andrea, vicario del 1981, eppure non abbiamo buttato via nessuna delle profonde lettere che ci ha scritto negli anni faticosi del servizio militare e del Seminario. Parlavano ancora.

Ora quella fraternità che, invano, egli ha cercato di costruire quaggiù ha un nome sicuro: si chiama paradiso. E lì c’è finalmente un solo don Andrea.

Don Agostino e don Alberto

Lascia un commento