Il balzo di Bartimeo

Arco naturale Stevia (Foto AC)

Impossibile non accostare l’incontro di Gesù con il cieco Bartimeo all’incontro con l’anonimo uomo ricco. Questi, chiamato a seguire, se ne andò via triste. Bartimeo, invitato ad andarsene, si mise entusiasticamente a seguire Gesù.

Si direbbe che nel primo episodio c’è un grande dinamismo che si estingue però in un immobilismo finale: troppo legato alle sue cose, il vedente senza nome diventa sostanzialmente cieco. Alle porte di Gerico, invece, c’è una immobilità forzata, quella del cieco Bartimeo – e lui si presenta sulla scena con il suo nome – che si trasforma in un deciso movimento di sequela: lascia lì per strada il suo mantello senza che nessuno glielo chieda – e quel mantello per lui rappresentava la sua casa e la sua sicurezza, tutti i suoi beni – e vede in Gesù il nuovo mantello in cui avvolgere la sua vita.

La differenza tra questi due uomini – che non si sono incontrati tra di loro – è tutta racchiusa nel bisogno che entrambi avevano di Gesù. Solo che l’uomo ricco cercava da Gesù una risposta e si capisce poi che voleva una risposta teorica; trattava Gesù come una autorità che poteva aiutarlo a completare il suo itinerario di perfezione. Bartimeo certo voleva essere guarito dalla sua cecità fisica, ma da Gesù non cercava una risposta: egli aveva bisogno di Gesù per sanare la sua insicurezza di vita. Ci aspetteremmo che un cieco, costretto ad avere bisogno di tutti, volesse acquistare una sua autonomia e finalmente poter fare ciò che voleva senza più dipendere da nessuno. Vuole vedere, ma scopriamo che il suo vedere è da subito un dipendere nuovo; i suoi occhi sono aperti, ma per fissare Gesù e seguirlo.

Balzando in piedi mentre ancora non ci vede, Bartimeo genera in noi stupore tanto è grande il suo desiderio verso Gesù. Noi talvolta, pur vedendolo e ascoltandolo da anni, ci siamo come abituati e non siamo più capaci di balzare in piedi per Gesù. Il mantello delle certezze che ci siamo faticosamente costruiti è diventato quasi una seconda pelle, ce lo teniamo stretto e non pensiamo certo a lasciarlo lì sulla strada. Bartimeo nel Vangelo c’è proprio per ricordarci quel balzo che forse dobbiamo ancora compiere.

2 thoughts on “Il balzo di Bartimeo

  1. Bartimeo, con gli occhi del cuore, capisce che Gesù “salva” , non solo ( in certi casi) guarisce. Non risolve un problema ma cambia la vita. Certo occorre camminare con lui, accogliere la sua vita nella nostra.
    Lasciarsi fare.

  2. Scrive Don Agostino: “Balzando in piedi mentre ancora non ci vede, Bartimeo genera in noi stupore tanto è grande il suo desiderio verso Gesù.” Si chiama figlio dell’onore (bar-Timeo). Imbrocca la strada giusta, senza esitare. Una bella lezione per noi che crediamo di conoscere Gesù, ma quel balzo forse lo dobbiamo ancora compiere…

Lascia un commento