Motivo di scandalo

Lago Orsino (Foto AC)

Il Vangelo non sono tanti raccontini domenicali cuciti insieme, quasi come degli inserti da rilegare ma che mantengono poi una loro autonomia. Il Vangelo sono un unico racconto le cui parti si richiamano l’una con l’altra.

Talvolta qualche pagina più avanti ti fa capire il significato profondo di una pagina precedente. Ebbene, vi ricordate le parabole del seme che cresce da solo e del minuscolo granello di senape che diventa una pianta capace di fare ombra? Gesù le ha come rappresentate al vivo nel racconto della tempesta sedata. E di qua e di là del mare si è poi spalancata la scena della fede in questo Gesù che si dimostra capace di suscitare domande circa la sua vera identità.

Tanti episodi, tanti personaggi – noi abbiamo incontrato Giairo e l’emorroissa – sino ad arrivare alla sinagoga di Nazaret, lì dove Gesù è cresciuto ed è conosciuto e dove inaspettatamente diviene «motivo di scandalo». Perché? Se volessimo tornare alle parabole del seme, dovremmo rispondere così: perché i nazaretani hanno visto il seme Gesù e non sanno spiegarsi come possa essere diventato un albero di sapienza e da dove sia spuntato tutto quel fogliame. «Non è costui il falegname?». Non è questo il piccolo granello di senape? Non sappiamo spiegarci come sia avvenuta questa trasformazione! Da questo punto di vista lo stupore e lo scandalo sono necessari, ma non devono portare però all’incredulità, ma alla fede nella logica del regno di Dio, che è un seme gettato nel terreno.

Il passaggio da Nazaret, allora, è decisivo per poter rispondere alla domanda che attraversa tutta la prima parte del vangelo di Marco: chi è dunque costui? È uno di noi, eppure contiene la forza di Dio. I nazaretani si fermano a «è uno di noi» e si meravigliano, anzi si scandalizzano: non è possibile che la potenza di Dio si nasconda in un seme, in un semplice uomo che ha vissuto nascostamente tutta la sua vita in un piccolo villaggio della Galilea, facendo il falegname. Sbagliato. Non solo è possibile, ma è la via maestra di Dio. Lo fu per Gesù, continua ad esserlo per la sua Chiesa, seme del Regno.

One thought on “Motivo di scandalo

  1. Motivo di scandalo. Per i nazaretani scrive Don Agostino: “non è possibile che la potenza di Dio si nasconda in un seme, in un semplice uomo che ha vissuto nascostamente tutta la sua vita in un piccolo villaggio della Galilea, facendo il falegname.” La scena della fede in Gesù, che si dimostra capace di suscitare domande circa la sua vera identità, pone anche oggi a noi la domanda: Dio si può nascondere in un seme, in un semplice uomo? Per questo, nei suoi libri, Don Agostino insiste a ribadire che è proprio l’incarnazione il caposaldo della fede; lo è tuttora per la Chiesa “seme del Regno”. Tino

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