Nel raggio dello sguardo di Gesù

Mare di nebbia (Foto AC)

C’è una parola che manca in questo vangelo. Essa è come sottintesa ma è la più importante, perché ci aiuterebbe a superare quella incomprensione verso Gesù che hanno gli scribi, ma soprattutto i parenti, con in testa la madre.

Sì, Maria va a cercare suo figlio a Cafarnao, forse preoccupata per le cose che sente dire di lui, forse addirittura per convincerlo a tornarsene a casa. Vuole impadronirsi di lui. E, per farlo, sta «fuori». Maria sa che quel suo figlio è speciale, ha a che fare con Dio. Lo sa, ma continua ad immaginarsi Dio così come l’ha sempre pensato e allora i conti non tornano. Non ha ancora capito che Gesù è venuto a sovvertire proprio l’immagine di Dio, a mostrarcene il volto vero, quel volto che gli uomini non potevano vedere senza morire.

Invece tu, Gesù, lo vedi e ti dona vita in abbondanza. Maria sta fuori insieme ai parenti, e da fuori non si capisce Gesù. Non è uno che si può mandare a chiamare da una posizione di distanza, stando in un comodo angolino. Bisogna sedersi con la folla. Sedersi è la condizione dello stare ad ascoltare. In piedi si sta quando si ha fretta di andare, quando non si è davvero arrivati, quando non si ha davvero voglia di ascoltare, ma si sta a vedere se vale la pena di restare, sì o no. «Ecco… sono fuori e ti cercano». Ma perché ti cercano, Gesù? Per portarti via dalla gente. Invece bisogna andare «dentro».

Ecco la parola sottintesa. Bisogna che Maria e i parenti si mischino alla folla dei seduti, dentro la casa, e finiscano così nel raggio dello sguardo di Gesù che dice: «Ecco mia madre e i miei fratelli». Stando «dentro» si comprende di Gesù ciò che, stando «fuori», fa solo paura. Certo, «compiere la volontà di Dio» è più che stare seduti ad ascoltare. Richiede l’ingaggio della propria vita: bisogna, cioè, uscire da quella casa, ma lì bisogna continuamente ritornare per stare dentro il raggio d’azione dello sguardo di Gesù. Com’è importante quello stare «dentro» per imparare poi ad uscire con la propria vita! Potremmo dire che quel giorno cominciò a capirlo anche Maria. Dobbiamo comprenderlo anche noi, che pure dentro la Chiesa dovremmo esserci già.      

3 thoughts on “Nel raggio dello sguardo di Gesù

  1. Nel raggio dello sguardo di Gesù. Noi, che siamo dentro la Chiesa e spesso distrattamente, dobbiamo entrare «nel raggio dello sguardo di Gesù” per capire ciò che, stando «fuori», ci fa paura… Tino  

  2. Persino Maria, sua mamma è caduta in errore a Cafarnao! Per capire Gesù si deve stare seduti attorno a lui, entrare nella casa dove egli è entrato, condividere la sua vita. «Stando fuori» non si può capire Gesù, anzi si rischia di pretendere di possederlo. Bisogna umilmente entrare «dentro» la sua casa: nella Chiesa unita attorno a Gesù… Clemente

  3. Abitare lo sguardo di Gesù significa imparare a guardare come Lui; a guardare a sé stessi, alla propria vita, alla storia in cui siamo immersi con uno sguardo che è ” fuori” da noi, è nuovo, è rivoluzionario cioè capace di scombinare il nostro essere.
    lo sguardo di Gesù, divenuto nostro, ci insegna ad amarci e ad accettarci nelle nostre debolezze, a comprendere in pieno i doni ricevuti

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