La creatività dell’amore

Timo serpillo in cammino sul Seceda (Foto AC)

Nicodemo era andato a trovare Gesù di notte. Era un capo dei giudei, e forse non voleva esporsi troppo, e quindi scelse le tenebre per andare a parlare con Gesù.

Ma così si può capire meglio che la luce è Gesù, ed è lui ad aver fatto il primo passo incontro all’uomo. Nicodemo tornerà sulla scena con un briciolo di coraggio in più, ma sarà solo quando si tratterà di seppellire Gesù. Nicodemo nella parte finale del dialogo con Gesù scompare come individuo: Gesù parla all’uomo, a tutti gli uomini, parla a noi e annuncia un disegno fondato su un amore talmente grande da diventare dono totale della vita. Sull’asta Mosè innalzò un serpente di bronzo e bastava guardarlo per essere guariti dal morso dei serpenti velenosi. Sulla croce il Padre permette che sia innalzato il Figlio e bisogna credere in lui per avere la vita eterna. Come a dire a Nicodemo e a ciascuno di noi: non basta più guardare il Cristo nel barlume di luce della notte, ma è necessario credere in lui con le opere della propria vita, stare alla sua luce, non amare le tenebre. Non è sufficiente barcamenarsi in un cristianesimo a luce smorta e intermittente, che non ha la forza di intaccare il cuore, che non mette radici nella propria carne. Bisogna fidarsi della efficacia del gesto donativo supremo di Cristo, ma bisogna anche lasciare che la nostra vita sia innervata da questo amore capace di sacrificare se stesso. Le parole di Gesù a Nicodemo sono insieme cariche della certezza della grazia che ci raggiunge dalla Croce – una grazia che non potremmo meritare – ma sono segnate da un impegno operoso a fare la verità. Che cosa aggiunge questa pagina così densa al nostro cammino quaresimale di quest’anno? Intanto, è un invito a cercare il dialogo con Gesù e la sua Parola come ha fatto Nicodemo, perché ho il sospetto che digiuniamo proprio da ciò di cui dovremmo invece fare quasi indigestione in questi giorni: la Parola di Dio e la preghiera. E poi lasciamoci inondare dall’amore gratuito del Signore, che ci fa sentire veramente amati e accolti, e ci mette in condizione a nostra volta di entrare in relazione con gli altri con la creatività dell’amore.

2 thoughts on “La creatività dell’amore

  1. LA CREATIVITA’ DELL’AMORE. Scrive con severità Don Agostino: “Non è sufficiente barcamenarsi in un cristianesimo a luce smorta e intermittente, che non ha la forza di intaccare il cuore, che non mette radici nella propria carne.” Nel cammino quaresimale noi digiuniamo alcune volte, partecipiamo a qualche messa feriale, ci “barcameniamo” stando nell’ombra. Non ci apriamo alla luce dell’amore gratuito del Signore, che ci permette di entrare in relazione con i familiari, gli amici, i compagni di lavoro, quelli che non ci sono simpatici, mediante “la creatività dell’amore”…

  2. Nicodemo, nel racconto del Vangelo di Giovanni, rappresenta molti di noi che siamo cristiani un poco timidi… E’ andato a trovare Gesù di notte, per non esporsi troppo, è tornato sulla scena con più coraggio quando si trattava di seppellire Gesù. Michelangelo lo ha però inserito, con tenerezza, nella Pietà Bandini.

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