PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B

Ci è data una Quaresima, non per mortificare, ma per vitalizzare. Per produrre frutti. Il primo paradossalmente lo produce il deserto, che non è da pensare come un luogo fisico – inospitale, pieno di sabbia, e dove si patisce la sete e la fame – ma come una dimensione che deve far parte della nostra vita.
Più che andare nel deserto, bisogna fare deserto, cosa che oggi è diventata ancora più difficile che in passato, visto che siamo sommersi da un eccesso di comunicazione impazzita. Il deserto è la linfa della comunicazione, sia chiaro, ma c’è bisogno di spegnere per comunicare meglio. Per parlare, non in un chiacchiericcio vano, c’è bisogno di fare silenzio. Per entrare in comunione vera con l’altro, c’è bisogno di solitudine. Il deserto, allora, è una dinamica che armonizza la nostra vita, come un tempo privilegiato e prezioso per dare un’occhiata calma e serena al quadro d’unione, e mettersi poi a comporre il mosaico di tessere del puzzle. Invece, noi abbiamo paura della solitudine e del silenzio e non ne comprendiamo la funzione vitale per costruire le nostre relazioni umane. Dammi una persona che sa trovare il tempo della solitudine e del silenzio, e avrai trovato anche una persona capace di stare insieme agli altri e di tessere la vita di comunione di una comunità. L’evangelista Marco è molto spiccio nel descriverci il deserto di Gesù e non è preoccupato di indicarci con quali tentazioni il diavolo cercò di farlo cadere. Però ci dice poche cose essenziali: che fu lo Spirito, cioè Dio, a sospingerlo nel deserto; che trovò il coraggio di rimanerci un po’ di tempo, senza interrompere in fretta la solitudine; che nel deserto riacquistò l’armonia delle origini (quella che Adamo aveva perduto nel giardino, soccombendo alla tentazione del serpente). Quale frutto produsse il deserto di Gesù? La forza della predicazione, il coraggio della proclamazione del vangelo. La Quaresima sia anche per noi un tempo prezioso, uno stimolo in più a cercare il deserto del rimanere in silenzio a farsi qualche domanda profonda e a lasciar emergere i desideri più belli. Che non sono affatto tentazioni, ma la vera energia della vita.
I DESIDERI DEL DESERTO. Scrive Don Agostino: “La Quaresima sia anche per noi un tempo prezioso, uno stimolo in più a cercare il deserto del rimanere in silenzio a farsi qualche domanda profonda e a lasciar emergere i desideri più belli.” Nell’attuale tempo, contrassegnato da un eccesso di comunicazione, noi, per entrare in comunione vera con gli altri, abbiamo un estremo bisogno di solitudine. La solitudine del deserto della Quaresima è un tempo prezioso, che permette di farci domande profonde e di armonizzare la nostra vita, facendo emergere i desideri più belli: i desideri del deserto…
deserto: tempo di attesa, di crescita, di maturazione. Come il fidanzamento